Sabato scorso la polizia cipriota della città di Larnaca ha sequestrato un “furgone spia” dotato di sofisticate apparecchiature di sorveglianza.
In queste ore gli inquirenti stanno interrogando il proprietario del mezzo, di origini israeliane, su possibili violazioni delle leggi sui diritti di privacy.
Tutto è partito da un filmato trasmesso qualche mese fa sul proprio canale YouTube dalla rivista statunitense di economia Forbes; a Cipro il filmato è diventato virale solo in queste ultime settimane grazie all’interessamento dei media locali, dopo alcuni giorni in cui il video veniva continuamente trasmesso in TV e in rete, la polizia è stata costretta ad avviare le prime indagini.
Nell’articolo di Forbes il giornalista Thomas Brewster afferma che il proprietario del furgone, un’ambulanza GMC modificata, è Tal Dilian ex ufficiale dell’intelligence israeliana.
Durante l’intervista rilasciata a Forbes, Dilian mette in pratica le capacità del suo kit di sorveglianza da 9 milioni di dollari. Una volta fatto allontanare un suo collega, a una distanza di 200 metri dal furgone, Dilian ha iniziato con la dimostrazione portando a termine la prima fase dell’attacco: il rintracciamento del telefono della potenziale vittima.
La seconda fase messa in atto dall’ex ufficiale dell’intelligence è stata quella dell’intercettamento seguita dalla terza e ultima fase, quella per infettare il dispositivo mobile costringendolo a connettersi al suo hub Wi-Fi.
Una volta avuti i privilegi d’accesso del telefono, installare in “maniera silenziosa” un software di sorveglianza diventa la parte meno complicata dell’operazione di hackeraggio. Da sottolineare che tutta la procedura non ha richiesto nessuna interazione con la vittima.
Dopo pochi secondi i messaggi di WhatsApp presenti sul telefono della potenziale vittima sono stati visualizzati su un monitor all’interno del furgone.
Chi crede che le proprie chat su WhatsApp, o di qualsiasi altro software di messaggistica siano al 100% private dovrebbe ricredersi – ha commentato Dilian.
Secondo Dilian il suo furgone, nell’ambito della sua nuova impresa Intellexa – The Intelligence Alliance – è qualcosa di unico. Oltre ad offrire strumenti di hacking per la tecnologia Android, mette a disposizione la tecnologia del riconoscimento facciale e il tracciamento dei telefoni di un intero Paese. Chi utilizza la sua tecnologia è in grado di conoscere la posizione esatta di una persona con una frequenza di 15 minuti.
Dilian afferma che questi strumenti di hacking sono stati progettati per catturare terroristi, cartelli della droga e i criminali più ricercati nel mondo.
Ma è sempre così?
Nel recente passato tecnologie simile a queste sono state utilizzate anche per scopi illegali, alcuni dei quali hanno portato alla morte personaggi pubblici come giornalisti, attivisti per i diritti umani, politici.
Ha ragione Dilian quando afferma che le colpe non devono ricadere sui produttori, casomai sui clienti che utilizzano queste apparecchiature di sorveglianza in maniera sbagliata. E’ anche vero però che spesso, pur di trarre profitti dalla vendita di questo tipo di tecnologia, i nomi degli acquirenti non si conoscono nemmeno.
Fonte: The Time of Israel