Corruzione, Ericsson patteggia per 1,2 miliardi di dollari

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La Ericsson, accusata di corruzione dal Dipartimenti di Giustizia degli Stati Uniti, ha patteggiato per oltre 1 miliardo di dollari.

La Ericsson ha ammesso che, a partire dal 2000 e proseguendo fino al 2016, la Società ha cospirato insieme ad altre persone violando l’Foreign Corrupt Practices Act (FCPA).

Adottando il “vecchio sistema”: pagamento di tangenti, falsificazione di libri e registri contabili omettendo controlli contabili interni. Ericsson ha utilizzato agenti e consulenti esterni per effettuare pagamenti di tangenti a funzionari governativi corrotti.

Gli agenti venivano assunti attraverso falsi contratti e pagati in base a fatture false, i pagamenti venivano poi impropriamente contabilizzati nei libri e nei registri della società svedese. Un sistema ben congegnato che ha permesso alla Ericsson di consolidare il proprio business nelle telecomunicazioni in Paesi come Gibuti, Cina, Vietnam, Indonesia e Kuwait.

Ericsson ha ammesso che nel periodo 2000 – 2016 era riuscita a incanalare decine di milioni di dollari attraverso consulenti compiacenti per aggiudicarsi commesse in Cina, creando un fondo di denaro per regali di lusso e viaggi per funzionari stranieri.

Nel Vietnam e in Indonesia, tra il 2012 e il 2015 alcune consociate Ericsson hanno versato rispettivamente 4,8 e 45 milioni di dollari a una società di consulenza di comodo al fine di creare fondi non dichiarati al fisco, i soldi sarebbero poi serviti per corrompere funzionari governativi per l’assegnazione delle commesse.

In Kuwait, tra il 2011 e il 2013, una consociata Ericsson ha pagato circa 450 mila dollari a una società di consulenza grazie alla stipula di un contratto fittizio, il pagamento è stato registrato emettendo fatture false per servizi mai eseguiti.

In Gibuti, tra il 2010 e il 2014, una consociata Ericsson ha versato tangenti per circa 2,1 milioni di dollari a funzionari governativi corrotti di alto rango e ottenere un contratto con la società di telecomunicazioni statale africana del valore di circa 22,5 milioni di dollari per la modernizzazione dei sistemi di rete.

La sua condotta corrotta ha coinvolto dirigenti di alto livello e ha abbracciato 17 anni e almeno cinque paesi allo scopo di aumentare i profitti.

ha dichiarato il vice procuratore generale Brian A. Benczkowski della divisione criminale del Dipartimento di Giustizia.