A Facebook, per la mancata protezione dei profili dei propri utenti e a causa dell’enorme numero di dati trafugati, potrebbe essere comminata una multa fino a 1,4 miliardi di euro.
Una cifra che è pari al 4% del proprio fatturato mondiale annuo, così come viene stabilito dalla recente legge europea GDPR (regolamento generale sulla protezione dei dati) entrata in vigore lo scorso 25 maggio. Anche se, ad onor del vero, la violazione di una sola norma della legge potrebbe non essere sufficiente per comminare al colosso americano una multa così salata.
A verificare possibili violazioni sarà la Data Protection Commission Ireland (DPCI) con sede a Portarlington. La DPCI è un’autorità indipendente che si occuperà per competenza territoriale, il quartier generale Facebook in Europa ha sede in Irlanda, della possibile mancata protezione dei dati di oltre 90 milioni di utenti Facebook dovuta ad un attacco hacker subìto il 25 settembre scorso. Come spiego in questo mio articolo pubblicato sabato scorso.
Dopo un’iniziale posizione ferma e severa da parte del DPCI attraverso un primo tweet del 28 settembre scorso
questo il secondo tweet del 30 settembre dove Facebook viene sollecitata a fornire utili informazioni sulla violazione
ma col passare delle ore la posizione della DPCI sembrerebbe però essersi ammorbidita anche grazie alla fattiva collaborazione da parte di Facebook. Questo il suo ultimo tweet postato nella tarda serata di ieri 1° ottobre
Al numero di violazioni dei profili social, 50 milioni, che viene indicato nell’ultimo tweet postato dalla DPCI, dobbiamo però aggiungerne ulteriori 40 milioni che i tecnici Facebook avevano scollegato in via precauzionale nelle ore successive l’attacco hacker.
Nelle prossime settimane le indagini che effettuerà la DPCI sulla violazione serviranno per capire se Facebook abbia adottato o meno misure appropriate per la salvaguardia dei dati dei propri utenti prima dell’attacco hacker.
Ma essendo il GDPR una legge recentissima e non essendoci ancora state pronunce di tribunali europei in merito a casi simili, nessuno può essere in grado ora di immaginare quale sarà la multa che Facebook sarà costretta a pagare.