Christophe Boutry, un ex agente della DGSI (Direction Générale de la Sécurité Intérieure), è stato condannato a 7 anni di carcere (con due anni di sospensione) per aver venduto sul darkweb informazioni riservate presenti nei database delle forze dell’ordine.
Fra i documenti sottratti dagli archivi di polizia ci sono permessi e certificati di matrimonio falsi e informazioni sensibili sulla malavita marsigliese. Documenti che, secondo gli inquirenti francesi, avrebbero portato a due omicidi. In cambio di bitcoin, l‘ex agente di polizia ha venduto le informazioni rubate sul darkweb utilizzando un account con il nome utente “Haurus”.
Il processo all’ex agente della DGSI si è svolto nel giugno 2021 nelle aule del tribunale penale di Nanterre. La sentenza è arrivata lo scorso 22 luglio con la condanna di Christophe Boutry a sette anni di carcere, due dei quali sospesi dal tribunale penitenziario.
Identità, indirizzi, geolocalizzazioni telefoniche, falsi documenti amministrativi, sono solo alcuni dei tanti documenti venduti in cambio di moneta virtuale. Prove schiaccianti che hanno portato il pm Catherine Denis a definire l’ex agente di polizia un “individuo privo di senso morale e di scrupoli”.
Nel giugno 2018, “Haurus” è stato prima individuato dall’OCRIEST (Ufficio centrale per la repressione dell’immigrazione irregolare e l’occupazione degli stranieri senza titolo), per poi essere identificato dall’OCLCTIC (Ufficio centrale per la lotta alla criminalità connessa alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione), prima di essere arrestato nel settembre 2018 nei locali della DGSI.
Insieme a Boutry il Giudice ha condannato altri due imputati come parte dello stesso processo.
Uno degli imputati è stato condannato per complicità e dovrà scontare tre anni di carcere, due dei quali sospesi. L’altro imputato, Christophe Nadotti, è stato accusato dal tribunale di essere uno dei clienti di Boutry. Nadotti è stato condannato a tre anni di carcere. Gli inquirenti stanno ancora indagando su un caso in cui questo imputato ha acquistato informazioni su persone che sono state successivamente uccise. Nadotti, secondo i pubblici ministeri, ha acquistato informazioni su individui coinvolti nella criminalità organizzata che hanno portato a una serie di omicidi.
Fonte: Le Figaro