Nell’hacking, oltre a funzionari governativi e militari di alto profilo, presi di mira anche giornalisti e dissidenti di almeno 20 Paesi alleati degli Stati Uniti.
Stando alle prime indiscrezioni che trapelano dagli ambienti investigativi, un numero considerevole delle vittime dell’hacking, avvenuto nel maggio di quest’anno, sarebbero funzionari governativi e militari di alto profilo in almeno 20 Paesi nei cinque continenti. Vittime dell’hack anche decine di giornalisti, dissidenti e difensori dei diritti umani che risiedono negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Messico, in Pakistan e in India.
Al momento non si conoscono i governi che si nascondono dietro l’hackeraggio, la cosa certa invece è che a fornire tutti gli strumenti necessari per introdursi nei dispositivi mobili delle vittime sia stata la società israeliana di cyber intelligence NSO Group.
Il gruppo NSO ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, affermando che i suoi strumenti sono destinati esclusivamente allo scopo di aiutare i governi nazionali a catturare terroristi e i criminali di alto profilo.
L’attacco informatico ha sfruttato una vulnerabilità di WhatsApp, corretta nel maggio di quest’anno, nelle chiamate audio in entrata. Il bug, che permetteva l’installazione del software di sorveglianza “Pegasus”, era in grado di prendere il controllo del dispositivo anche se non si rispondeva alla chiamata: bastava che il dispositivo della vittima squillasse. Inoltre il numero del telefono in entrata spariva dal registro delle chiamate ricevute.
Martedì scorso WhatsApp ha presentato, presso il tribunale federale della California, una denuncia contro la società israeliana NSO Group (QUI puoi scaricare il documento). WhatsApp sostiene inoltre che NSO Group ha creato e infine venduto una piattaforma di hacking per sfruttare un difetto nei server di proprietà della stessa WhatsApp, per aiutare i propri clienti a introdursi nei telefoni di almeno 1.400 utenti tra il 29 aprile e il 10 maggio scorsi.
Da parte sua la NSO Group ha voluto precisare che “Nei termini più forti possibili, contestiamo le accuse che ci vengono mosse e le combatteremo con forza. L’unico scopo di NSO è fornire tecnologia a servizi segreti autorizzati e alle forze dell’ordine per aiutarli a combattere il terrorismo e i reati gravi. La nostra tecnologia non è progettata o concessa in licenza per essere usata contro attivisti per i diritti umani e giornalisti”.
Fonte: BuzzFeed